Desiderata meta di tutti gli artisti nonché celeberrimo coronamento delle proprie aspettative professionali. Non a caso vi si arriva percorrendo la Walk of Fame, la via segnata dalle star del cinema mondiale. Conosciuto anche con l’acronimo di TCL, il Chinese Theatre non identifica solo l’ambizioso palcoscenico sul quale si tengono importanti celebrazioni. Ma è anche un luogo che racconta una storia. Quella di Sir Grauman. Il viaggiatore sognante.
Dalla Cina a LA
Figlio di un imprenditore estimatore della cultura cinese. Il Chinese Theatre conserva nel suo nome proprio questa origine. L’amore di Sir Grauman per la Cina, paese meta di un suo speciale itinerario. Un viaggio che lo entusiasmò tanto da decidere di portare un po’ di oriente a Los Angeles. La storia risale agli anni ’20 del ‘900 quando con un impegno di 2 milioni di dollari, esuberante cifra per l’epoca, furono avviati i lavori che portarono alla nascita del TCL. Così il 18 maggio 1927 il Chinese Theatre aprì le porte per ospitare l’anteprima del film “Il re dei re”. Un evento che segnò l’organizzazione dell’industria cinematografica che da Los Angeles si trasferì da quel momento a Hollywood.
Per eseguire una costruzione aderente allo stile orientale fu chiamato Moon Quon, regista e poeta cinese che supervisionò i lavori. Il risultato fu una grande e colorata pagoda anticipata all’ingresso da singolari statue. Metà cane, metà leone queste figure mitologiche sono un omaggio alla dinastia Ming che le utilizzava in qualità di guardiani e protettori. Altre creature fantastiche troneggiano in cima. Come le grandi e minacciose teste mostruose che accolgono il visitatore. Nulla fu lasciato al caso circa la costruzione dell’edificio. Ed ecco infatti un ulteriore dettaglio che ne dà conferma. L’intera struttura fu composta in materiali appositamente portati dalla Cina. Un trasporto che già di per sé spiega l’importante cifra stanziata per il progetto.
Ieri e oggi
Sin dalle origini il Chinese Theatre fu concepito come la casa del cinema. Nel corso degli anni ’40 ospitò i primi Oscar. Un riconoscimento che segnò un’importante svolta. Precedentemente infatti queste premiazioni erano appannaggio degli hotel, ambienti ritenuti adeguati allo scopo. Oggi sappiamo che la sede per questo ambito avvenimento è il Dolby Theatre, conosciuto anche come Kodak Theatre. Cos’è diventato oggi il TCL? Continuamente rinnovato per stare al passo con i tempi, il Chinese Theatre si trasforma nel 2013 nel cinema più grande al mondo. I vasti spazi interni sono oggi attrezzati con tecnologie di livello, rispondendo così ai bisogni più attuali. Ma non è tutto. Accanto all’evoluzione moderna è però preservato anche l’aspetto più storico di questo luogo. L’edificio è infatti organizzato per consentire itinerari turistici. Tour guidati permettono a comuni visitatori di conoscerne la storia. Ma anche ammirare la decorazione stilistica che caratterizza gli interni.
Chinese Theatre: curiosità!
Avvicinandosi al Chinese Theatre è possibile scorgere delle impronte. Ma cosa sono? Si tratta niente meno che delle tracce di mani e piedi di noti artisti. Un po’ sulla scia della Walk of Fame o forse no. In effetti la distinzione si nasconde nella nascita di questo particolare progetto. Che di premeditato sembra non avere un bel nulla! Accadde infatti, per sbadataggine, che un giorno qualcuno calpestò il cemento fresco dell’ampio ingresso esterno. Chi fosse questa persona non si sa con esattezza. La tradizione racconta che forse la disattenzione fu opera di Norma Talmadge, attrice e produttrice cinematografica statunitense.
Ma la leggenda su queste orme parla anche dello stesso Sir Grauman, il che ci farebbe pensare ad un’azione non proprio casuale. Forse strategia commerciale del buon imprenditore. Comunque sia andata, la collezione è cresciuta nel tempo. Oggi sono infatti più di 200 le impronte di mani e piedi di celeberrime star. Dall’italiana Sophia Loren a Marylin Monroe. La pavimentazione che anticipa l’entrata del TCL fa così da incipit alla curiosa storia dell’edificio. Attirando inconsapevoli turisti alla ricerca di una foto d’eccezione.