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JPL, ricerca californiana, e l’agenzia spaziale italiana

JPL - Cristoforetti

Il JPL del California Institute of Technology è un laboratorio statunitense, di Pasadena, in California, che si occupa di progettazione; sviluppo e costruzione delle sonde spaziali senza equipaggio della NASA. Il JPL è nato nel lontano 1936, quando il professor Theodore von Kármán del California Institute of Technology, iniziò esperimenti sulla propulsione a razzo. Cionondimeno il ruolo italiano nella conquista dello spazio ha un ruolo importante e tutt’altro che secondario.

JPL di Pasadina

Il JPL in seguito, durante la seconda guerra mondiale, l’Army Air Corps degli Stati Uniti chiese al JPL di analizzare i razzi V2, di fabbricazione tedesca Germania nazista. L’istituto si occupò di diversi altri progetti con scopi bellici. Da questi studi il JPL sviluppò il razzo Corporal, utilizzato nella Guerra di Corea. Da questo progetto, più tardi, nacque il razzo Sergeant fino alla sua interruzione nel 1958.

JPL - locandina blu con su scritto Asi

Sempre nel 1958, l’affiliazione governativa del JPL passa alla neo costituita NASA, ed così iniziarono le missioni di esplorazione planetaria senza equipaggio. Cionondimeno, il JPL ha mantenuto il nome originale dopo la transizione, anche se tutta la ricerca sulla propulsione a getto cessò dopo il 1958. Riguardo il lavoro delle esplorazioni spaziali, l’impegno della tecnologia italiana, non è certamente trascurabile. L’Italia è uno dei paesi che hanno e contribuito maggiormente al programma della Stazione Spaziale Internazionale.

Tecnologia italiana nello spazio

In tutte le più importanti missioni, che hanno contributo all’esplorazione spaziale c’è un marchio italiano. Cionondimeno vale anche per quelle pianificate per i prossimi anni, alla scoperta di Marte, Giove, Saturno, Venere, delle comete, fino ai confini del Sistema Solare. C’è sempre un pezzo della nostra bandiera tricolore che è motivo d’orgoglio.

JPL - Simposio in Italia

L’Italia contribuisce con tecnologia avanzata alla costruzione di una Stazione Spaziale con tre moduli polivalenti di logistica MPLM; costruiti dalla Thales Alenia Space per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana. Tali moduli sono concepiti per poter integrare lo scompartimento dello Space Shuttle, contenendo gli scompartimenti pressurizzati; che portano così i vari strumenti per gli esperimenti a bordo della ISS. La progettazione del modulo europeo “Columbus” è appunto ispirata in gran parte a questi tre elementi. La Thales Alenia Space ha costruito anche i moduli Harmony (Node 2) e Tranquility (Node 3) della stazione e la struttura di osservazione Cupola.

Modulo MPLM

Essa partecipa anche alla progettazione del veicolo di rifornimento e per il re-boost della stazione spaziale ATV. L’impegno italiano ammonta a circa 520 milioni di euro, diluiti dal 1996 al 2003, attraverso programmi ESA. Inoltre più di 260 milioni di euro riguardano il programma nazionale.

JPL - Centro Di Controllo

I costi del programma sono quasi esclusivamente concentrati sullo sviluppo del modulo MPLM. Di provenienza italiana è anche l’acqua del funzionamento della ISS e per esigenze degli occupanti. Nel 2002 la SMAT di Torino è infatti stata prescelta da una commissione come ditta fornitrice. L’azienda è stata selezionata anche perché in grado di fornire sia acqua minimamente mineralizzata, preferita dal personale americano e prodotta dalle sorgenti del Pian della Mussa; sia acqua con un maggior contenuto salino, più gradita agli astronauti russi e proveniente dall’impianto di potabilizzazione di Grugliasco. Il periodico invio in orbita è cominciato nell’aprile del 2008 e avviene grazie all’ATV.

fonte foto – Twitter

JPL, ricerca californiana, e l’agenzia spaziale italiana ultima modifica: 2019-10-15T10:32:08-04:00 da simona aiuti

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